Gianluca Stocco
Ho creato un’azienda che si occupa di consulenza, ormai più di dieci anni fa, partendo dal sottoscritto, dalla mia cultura e formazione sia in ambito chimico sia in ambito di Salute-Sicurezza e Ambiente grazie alle mie attitudini e alle mie precedenti esperienze lavorative.
Ero convinto di fare il consulente – libero professionista ed invece, vuoi per alcune congiunture di mercato e vuoi per doti che io non pensavo di avere, mi sono ritrovato a capo di un’Azienda in continua crescita che guarda sempre più anche ai mercati internazionali.
Una crescita repentina comporta però importanti cambiamenti soprattutto in ambito organizzativo e relazionale: un capo deve prendere decisioni giuste, a volte importanti, e deve sempre saper gestire bene i propri collaboratori facendoli crescere e motivare.
Questo è quello che la gente si aspetta da un capo e forse era quello che ho pensato per lungo tempo anch’io. Peccato che, sviluppandosi sempre di più l’Azienda, iniziarono a intensificarsi ed aumentare a dismisura le relazioni ed i confronti con le persone (dipendenti, clienti, consulenti, fornitori, ecc.). Le relazioni umane, le attese e le dipendenze, i conflitti e la mancanza di autonomia sono solo alcune delle questioni che sempre di più impegnavano il mio tempo e le mie energie. Affrontavo praticamente le cose con una leadership da “genitore affettivo”: un po’ iperprotettivo e un po’ super eroe.
Quello che stava diventando per me difficoltoso non era tanto la gestione della parte “tecnica” che mi riusciva “bene” anche grazie al mio bagaglio culturale arricchito da anni di esperienza, ma la parte relazionale e forse anche l’idea che avevo di Leader; stavo diventando io stesso il “tappo” allo sviluppo e alla crescita dell’azienda.
L’incontro con la disciplina della PPI mi fa capire che per cambiare le cose non potevo che cominciare da me stesso, solo io potevo comprendere come mi ero messo in questa situazione e individuare cosa cambiare dei miei schemi per stare meglio ed essere più lucido in quello che voglio realizzare nella mia azienda. Così, con una certa dose di scetticismo ma con molta curiosità intellettuale inizio un percorso formativo e personale che mi ha portato oggi a utilizzare queste chiavi di lettura quotidianamente.
Grazie a questo percorso oggi sono certo che solamente rimettendo in connessione i bisogni e gli scopi personali con gli obiettivi professionali e ricostruendo il “patto” relazionale tra individui e organizzazioni si può diventare Leader forti e illuminati in grado di condurre un’Azienda verso mercati sempre più complessi e internazionali.
La parola chiave è quindi l’INDIVIDUO. Rimettere l’essere umano al centro di tutto, il che significa, in un’organizzazione, dedicare tempo ed attenzione non solo all’ascolto e alla crescita dei collaboratori ma anche di noi stessi.